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L'importanza dello sport nei giovani

L’organizzazione mondiale della sanità, per bambini e adolescenti tra i 5 e i 17 anni, raccomanda almeno 60 minuti di attività fisica al giorno, da moderata a intensa, per ottenere benefici e mantenersi in salute. Grazie al movimento, infatti, si può tenere sotto controllo il peso corporeo e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, patologie tumorali e metaboliche, come il diabete. Un livello inadeguato di attività fisica, che in Italia interessa il 22,5% dei giovanissimi, infatti, è associato a un maggior rischio di sviluppare questo tipo di patologie.

“È fondamentale incominciare fin da piccolissimi, permettendo al bambino di sperimentare lo spazio intorno sé. In questo modo sarà portato a muoversi, coordinarsi e a conoscere l'ambiente che lo circonda. Nelle varie fasi di accrescimento miglioreranno i gesti tecnici del bambino e si modificherà la proposta che noi adulti possiamo proporre loro, ma iniziare precocemente resta essenziale. Addirittura molti studi incentivano l'attività fisica delle mamme durante la gravidanza, in modo tale che il nascituro possa trarne beneficio» spiega la dottoressa Giulia Cafiero della Fondazione Veronesi

Per attività fisica si intende un qualunque movimento del corpo determinato dalla contrazione muscolare che necessita di un dispendio calorico superiore alla condizione di riposo. Pertanto, oltre alle attività sportive, sono inclusi anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare e, soprattutto nell’infanzia, giocare.

«Nel periodo che precede la pubertà, il gioco è fondamentale, ma non dobbiamo dimenticare che ogni bambino ha le sue inclinazioni», ricorda la dottoressa Cafiero. «Pertanto, i bambini di indole attiva, anche semplicemente giocando al parco o in casa potranno sperimentare moltissime possibilità di movimento, raggiungendo i 60 minuti di attività fisica quotidiana consigliati dall’OMS. I bambini più pigri, invece, tenderanno a muoversi meno e avranno bisogno di maggiori stimoli. È in questi casi che, essendo il semplice gioco insufficiente, si rende utile il ricorso ad attività sportive organizzate dove istruttori o insegnanti possano incentivare il movimento in tutti i bambini, sia attivi sia più pigri, non solo in chi è naturalmente portato». Luoghi fondamentali, pertanto, diventano le varie società sportive, piscine e, soprattutto, le scuole.

Sono i primissimi anni di vita, infatti, il momento in cui si verifica il maggior sviluppo motorio e cognitivo: tutti i bambini devono essere spinti a muoversi e sperimentare ogni tipo di movimento per avere una base solida sulla quale poter successivamente costruire movimenti più complessi. Ma come scegliere lo sport ideale?

«Nella prima infanzia è preferibile scegliere sport individuali come il nuoto o la ginnastica – chiarisce Giulia Cafiero –, con i quali è possibile formare schemi motori di base."

Una grande preoccupazione dei genitori è la possibilità di conciliare l’attività fisica con un buon rendimento scolastico. Gli studi scientifici non solo confermano che lo sport non rappresenta un ostacolo al percorso scolastico, ma contribuisce anche a supportarlo. Aiuta lo sviluppo cognitivo, sociale e affettivo dei giovani e favorisce un maggior livello di attenzione e un minore assenteismo a livello scolastico. I giovani atleti hanno anche, in genere, una maggiore autostima rispetto ai coetanei sedentari. E alcuni studi dimostrano addirittura un miglioramento del rendimento scolastico in relazione all’aumento dell’attività sportiva.

 

-Fondazione Veronesi-

 

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